Povere creature!

Povere creature! (Poor Things) è un film del 2023 diretto da Yorgos Lanthimos.

Con attori del calibro di Emma Stone, Mark Ruffalo e Willem Dafoe, la pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1992 scritto da Alasdair Gray. Consiglio la visione di questo film a coloro che vogliono approfondire il tema dell’esplorazione individuale e della creazione di un’identità personale.

Bella (Emma Stone), la protagonista, è il perfetto ritratto dell’infante: un essere inconsapevole del mondo, ingenuo ed innocente, non ancora in grado di comprendere l’altro, le emozioni e in generale ciò che gli accade. All’inizio Bella non può fare altro che stare sul piano concreto delle cose, è incapace quindi di quel processo di astrazione tipico della crescita. Particolare anche l’andatura della protagonista che muta nel corso della vicenda: inizialmente rigida e quasi robotica matura gradualmente in un movimento sinuoso e personale.

La figura del dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), padre adottivo della protagonista, è molto sofferente. Lo scienziato si nasconde dietro un’apparente razionalità per celare quello che è un profondo dolore e risentimento verso il proprio padre. La scienza è il modo che ha per non avvicinarsi e fare i conti con quelli che sono stati gli abusi subiti dal genitore, il modo che ha per giustificarlo e per tenere confinate le proprie emozioni, le stesse che lo rimetterebbero a contatto con l’enorme sofferenza messa a tacere. É l’emozione stessa a essere condannata, ritenuta inutile e dannosa. Disconoscendo e disprezzando qualcosa è più facile tenerlo lontano e confinarlo.

Sia il dottor Baxter sia Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), amante della protagonista, hanno un comportamento genitoriale verso Bella. Visione distorta da parte di questi personaggi, una visione che viene percepita così anche dall’uso delle inquadrature, si ha come la sensazione di essere in una bolla, esattamente come quella in cui è tenuta Bella. La ragazza nella sua naturalezza restituisce inconsapevolmente al mittente l’egoismo di padre e amante. Entrambe figure con ruolo genitoriale, tendono a farsi ritenere indispensabili, facendo capire che solo con loro starà bene, al sicuro e proverà certe emozioni. Lo sviluppo di Bella va a ripercorrere quelle che sono le tappe tipiche della crescita: l’esplorazione propria dell’adolescenza, la scoperta della sessualità, il fascino del mondo e l’inconsapevolezza dei suoi pericoli. Bella non ha ancora sviluppato il saper stare in relazione con l’altro, non riesce quindi a comprendere e provare le emozioni dell’altra persona ma riesce solo a intuire le proprie, in una parola non sviluppa empatia. Essa diventa uno dei traguardi che la protagonista raggiunge solo a fine vicenda. Nel film ciò si nota principalmente dalla sua non conoscenza delle norme sociali, dal non avere freni inibitori e di seguire solo i propri istinti e i propri bisogni. É proprio la spontaneità di Bella a far uscire il lato istintivo e più disinibito delle persone che le stanno attorno, che si troveranno tuttavia disorientate dai comportamenti della protagonista.

Bella attua diversi movimenti durante l’arco della vicenda. Nella fase iniziale del film si assiste ad un moto di allontanamento da un ambiente che reputa oppressivo e ingiusto, un ambiente però che non comprende appieno e che viene visto solo in modo parziale. Gran parte della vicenda è poi dedicata al moto di esplorazione della protagonista: le differenti esperienze che Bella vive all’esterno non sono altro che specchio della costruzione della propria identità personale. Esplorare il mondo esterno per creare e conoscere quello interiore. Verso la fine si ha l’ultimo movimento della protagonista, ossia il ricongiungimento all’ambiente e agli affetti originari. Ormai consapevole della sua identità ed essendo ora in grado di vedere autenticamente l’altro nelle sue emozioni e nelle sue fragilità, Bella può rientrare nel suo ambiente in un modo totalmente diverso e funzionale. Riesce infine a provare empatia, a perdonare e anche ad amare l’altro, concepisce punti di vista diversi dal proprio. La crescita che Bella compie durante la vicenda è tale da permetterle di comprendere l’altra persona anche più di quanto quest’ultima comprenda se stessa. Riesce insomma a mettere a nudo l’anima dell’altro, mettendolo a contatto con le proprie paure, vede in una parola, l’altro in modo autentico.

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