American History X è un film del 1998 diretto da Tony Kaye e interpretato da Edward Norton e Edward Furlong. Consiglio la visione di questa pellicola a chi vuole approfondire il tema dell’odio razziale e i significati che stanno attorno all’adesione di un’ideologia. Nello specifico il film è dedicato al tema della tensione sociale e del razzismo negli Stati Uniti.
L’ideologia e l’aderenza ad un’identità sociale ostacolano la vicinanza tra gli individui. Quest’ultima si ottiene quando si va al di là di vuote ideologie, si veda ad esempio la figura del preside Sweeney. Si aderisce ad un’ideologia anche per sentirsi al sicuro dagli attacchi dell’altro, percepirsi come parte di un gruppo fa sentire più tranquilli. Questi elementi sono importanti quando si crede di doversi difendere dall’altro ed eventualmente di dover attaccare proprio per non essere attaccati. L’ideologia arriva come qualcosa di sterile e dogmatico, verità date per assolute a priori, non vi è insomma un autentico mettere e mettersi in discussione, un problematizzare che va a fondo delle questioni. L’aderire tuttavia è un modo per sopperire a mancanze affettive, un luogo in cui rifugiarsi e fuggire da un dolore troppo grande.
Quali sono le condizioni che rendono più probabile cadere in questi meccanismi? L’insicurezza, la frustrazione, l’ingiustizia e la percezione di non essere sufficientemente considerati; condizioni ottimali per instillare un’idea, soprattutto se ciò crea un senso d’identità e di appartenenza. In questo film l’odio e il senso di perdita sono benzina che alimenta l’ideologia.
Figura sofferente quella di Derek (Edward Norton), che si ritrova a dover sopperire ad un ruolo non suo, ossia quello di padre. Personaggio che verte in una condizione di solitudine e che è costretto a vivere rapporti sempre verticali, nei quali non c’è un’autentica vicinanza, a partire dalla sua relazione sentimentale. Derek è ingabbiato in un ruolo di guida, di punto di riferimento per gli altri. Il suo esporsi in modo autentico non viene accolto positivamente dalle persone che ha accanto, ci si aspetta da lui che continui ad essere un leader. Molto forte dunque l’aspettativa sull’altro, la stessa che non permette di vedere la persona per ciò che è veramente. L’unico personaggio in grado di vedere veramente Derek è il preside Sweeney.
Altrettanto sofferente è la figura di Danny (Edward Furlong), figlio non visto che per avere un minimo di considerazione deve ricalcare le orme del fratello maggiore, con la consapevolezza che nessuno lo vedrà veramente per ciò che è. Anche lui si ritrova addosso un ruolo di guida a cui però non riesce ad assolvere. L’aderire di Danny alle idee del fratello maggiore Derek è il modo per sentire quella vicinanza fraterna, nonché di sopperire ad una mancanza d’affetto e di presenza fisica.
Chi esce o si discosta dall’ideologia viene considerato un traditore, c’è un modo di vedere le cose molto per estremi “o con noi o contro di noi”, discostarsi dall’ideologia vuol dire cambiare identità e questo crea confusione e spaesamento in Danny. Il rapporto fraterno stesso diventa autentico, avviene un vero incontro solo quando si mette da parte l’ideologia in virtù della propria individualità e dei propri desideri, per la prima volta si può essere presenti in modo sincero. Il finale di questo film rappresenta perfettamente il vuoto e la vacuità di un odio verso il prossimo ingiustificato e non ragionato che ha il solo effetto di aggiungere un altro anello alla catena della divisione.